“ Precisione, concentrazione. E abilità. Servono in gara per centrare un bersaglio, ma anche per creare melodie con la tastiera di un pianoforte. Il tiro sportivo con la pistola e la musica possono sembrare agli antipodi, eppure Alain Della Savia,  nato nella città francese di Cavaillon vicino ad Avignone ma padovano da sempre, riesce a coltivarle entrambe con uguale passione. Istruttore di Tiro, Alain ha iniziato a praticare il tiro sportivo a 13 anni, sotto la guida del padre Ermanno, e oggi può vantare un cospicuo palmarès di successi sportivi: vincitore di sei campionati italiani di tiro dinamico con il revolver, si è guadagnato l’oro a squadre europeo nel 2004 in Repubblica Ceca, senza dimenticare il bronzo nel 2002 al mondiale disputato in Sudafrica. L’attrazione per la musica esiste già, ma solo quando Alain raggiunge i 40 anni erompe, così travolgente da farlo passare nel giro di nove anni dai primi approcci sulla tastiera alla composizione nel 2013 di un cd, “Pianoforte con vista”, la cui esecuzione ha affidato a Paola Boscolo di Fiesso, sua maestra di musica, e che è stato presentato al pubblico proprio al Tiro a Segno, nel corso di un concerto a scopo benefico.

“Pianoforte con vista” è un disco dove scorrono melodie ispirate ad autori contemporanei come Ludovico Einaudi, Roberto Cacciapaglia e Yan Tiersen; una musica che la stessa maestra Paola Boscolo definisce “descrittiva”. «Mi piace riversare nella mia musica l’alternarsi delle stagioni e la vita della natura, come la osservo dalla finestra del mio studio, affacciata sul verde» racconta Alain; «Raccolgo queste suggestioni e le traduco in note. Compongo perlopiù durante le ore notturne, che sento come più favorevoli alla concentrazione». Per Alain Della Savia, che è anche fotografo, giornalista per una rivista di tiro sportivo, nonché appassionato restauratore di moto d’epoca, aver iniziato “tardi” a suonare e comporre non significa nulla. «Nella musica non esistono limiti di età. Anzi, è proprio quando gli anni avanzano che la musica aiuta a mantenersi giovani» conclude; «Giovani nella mente ma anche nell’anima, perché la musica si interpreta soprattutto con il cuore». ” (Patrizia Rossetti – Il Mattino di Padova)